Armonizzare la normativa europea con quella regionale,
ma nessun lavoratore dovrà essere licenziato
Durante la mia
campagna elettorale, ho incontrato un gruppo di operatori che si sono
presentati come lavoratori non sindacalizzati (o per converso appartenenti a
tutte le sigle sindacali) del settore della Formazione Professionale, chiamato Unione
Lavoratori Liberi. Dopo avere approfondito le problematiche della
Formazione, discusso ampiamente con esperti e fatto mio il programma di Nello
Musumeci, ritengo doveroso un impegno di riforma del settore.
Io ho criticato
l'azione del precedente Governo Regionale che ha abbandonato la scelta di
riorganizzare il settore ed ha lasciato i lavoratori per più di dodici mesi
senza stipendi a fronte di ingenti risorse investite (circa 400 milioni di euro
l'anno nei tre comparti IF, Oif, SF). Sono già intervenuto nel settore con due
interrogazioni parlamentari presso la Camera dei Deputati della quale mi onoro
di far parte: una per chiedere lumi al Ministro della Pubblica Istruzione sulla
vertenza del Cefop, ente di formazione affidatario di circa 150 milioni di euro
di servizi nel campo dell'educazione e della formazione in Sicilia e con circa
1.200 lavoratori in organico; un'altra per impegnare il Governo Nazionale ad intervenire
per effettuare i dovuti controlli sull'applicazione e sulla legittimità della
Cassa Integrazione agli enti di formazione, onlus istituiti secondo la legge
regionale n. 24/76, che prevede nel quadro normativo di sistema
l'inapplicabilità al settore della Formazione Professionale della legge della
C.I.G.D. Entrambe hanno determinato interventi di ispezioni e controlli
dell'operato del Governo Regionale a cura del Governo centrale.
Oggi però necessita
un'azione determinata che produca una gestione più funzionale del settore ed un
intervento più efficace di finalizzazione delle risorse disponibili. Apprendo
dalla stampa che tanti fondi messi a disposizione dall'Unione Europea
attraverso il Fondo Sociale Europeo sono stati dispersi e/o non impiegati correttamente.
Io ritengo che, come
dice in merito Nello Musumeci, la Formazione Professionale debba servire in
primo luogo agli utenti (allievi), al fine di erogare un'offerta formativa
funzionale alla collocazione delle professionalità presenti sul territorio
regionale nel mercato del lavoro attraverso qualificazioni spendibili e
richieste.
Le risorse sono
disponibili nel FSE e spesso non utilizzate per mancanza di programmazione e/o
per errori grossolani nell'esecuzione delle procedure, in chiara violazione dei
Regolamenti e delle normative comunitarie principali in materia (nn. 1081/2006;
1083/2006; 1828/2006; 396/2009; ecc.).
Io credo che si
possa, all'uopo, riformare il settore, soprattutto attraverso il coordinamento
e l'armonizzazione delle leggi regionali scaturenti dalla legge regionale n. 24
del 6 marzo 1976, come le leggi regionali n. 25 del 1 settembre 1993, n. 23 del
23 dicembre 2002, n. 4 del 16 aprile 2003, con i Regolamenti e le disposizioni
di legge comunitaria: utilizzando le risorse comunitarie, nazionali e regionali
per somministrare il miglior servizio per la qualificazione e la collocazione
dei lavoratori siciliani nel mercato globale europeo del lavoro.
Per far ciò bisogna
monitorare, in primo luogo, il mercato della domanda dei servizi e delle
professionalità richieste e spendibili, rivalutando gli studi di settore
pubblicati da ultimo (2011) dall'Isfol.
Attraverso questi
dati assemblati, a livello regionale e disgregati funzionalmente per territorio
in base a macroaree e/o province, produrre un programma operativo che possa
concretamente e fattivamente soddisfare la richiesta dell'utenza regionale e
rispondere ai dettami del P.O. F.S.E.
Quindi programmare e
progettare corsi di formazione, moduli formativi ed un Sistema della Formazione
Professionale produttivo del risultato
statisticamente individuato.
Così potrebbero
venir fuori delle professioni non corrispondenti ai mestieri artigianali e
tradizionali, ma i nuovi corsi di formazionali dovranno offrire per loro stessa
natura e motivo di esistenza una qualificazione, comunque, all'avanguardia ed
innovativa secondo le richieste del nuovo mondo del lavoro. Ancora, per
ottenere questo risultato occorre, altresì, una rimodulazione dei crediti
formativi utilizzabili e dei titoli spendibili dagli allievi, in modo che le
qualificazioni acquisite siano effettivamente idonee a formare una forza lavoro
competente e professionalità aggiornate, quindi richiesta dalle imprese
siciliane ed idonea a partecipare allo sviluppo economico.
In questo quadro i
formatori potrebbero non essere attrezzati, per mancanza degli strumenti
sufficenti, ad erogare la migliore offerta formativa. Ciò a causa dell'azione
superficiale del Governo Lombardo, in aperta violazione della legge regionale
sulla riqualificazione obbligatoria del personale operante nella FP (l.r. n.
24/2000). Dunque si dovrà intervenire con progetti obbligatori per gli
operatori finalizzati alla riqualificazione del personale della formazione
professionale, attraverso i fondi comunitari sul presupposto normativo della
legge regionale n. 24/2000 e dell'Asse I - Adattabilità con dotazione
finanziaria di 180 milioni di euro e dell'Asse II – Occupabilità con dotazione
finanziaria di 1,085 miliardi di euro nel Programma Operativo Obiettivo
Convergenza 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo della Regione Siciliana
nell'ultimo Documento di Attuazione Strategico 2011-2012. Questi Assi, così
definiti nel Piano Strategico POFSE, "si prefiggono anche l'impegno
a sostenere l'occupabilità dei lavoratori colpiti da crisi, attraverso
un'azione che, in linea con gli orientamenti emersi nell'Accordo del 12
febbraio 2009 tra Stato-Regioni, associa sostegno al reddito con politiche
attive del lavoro."
Durante questa
riforma complessa, ma defintiva del settore della Formazione Professionale,
applicando la legge regionale n. 24/76 e 4/03, in combinato disposto con la
norma di indirizzo dettata dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 350 del 4
ottobre 2010, bisogna imporre innanzitutto il blocco assoluto ed
imprescindibile della assunzioni, secondo la legge, al 31 dicembre 2008, senza
alcuna deroga per alcuna ragione.
Poi verificare il
personale qualificato ed impiegabile nella nuova ed innovativa offerta
formativa. Il personale che non sarà impiegabile deve essere posto in sicurezza
e non licenziato, attraverso le proposte di legge dell'Assessore alla
Formazione Professionale on. Stancanelli del 2002 e/o dell'on. Caputo del 2011,
già giacenti presso il Parlamento Regionale. All'uopo la legge regionale n. 10
del 7 giugno 2011 prescrive che, in caso di esubero del personale del settore
ed al fine di un'azione del risparmio delle risorse, è possibile applicare una
sorta di scivolo verso il prepensionamento o la quiescenza volontaria per il
personale alla soglia della pensione sia di anzianità, che di vecchiaia per un
massimo di cinque anni. In realtà, mi riferiscono i miei esperti del settore,
che si era dato seguito alla normativa de quo con un protocollo già firmato in
data 24 gennaio 2011 con l'Inps regionale, ma a cui poi il Governo Regionale
non ha voluto dare seguito. Anche il CCNL vigente, firmato dagli enti di
formazione e recepito dalla Regione Siciliana, prevede sistemi di salvaguardia
del personale attraverso meccanismi di assestamento e ricollocazione del
personale in esubero.
Infine sono
prevedibili inserimenti del personale in esubero con progetti ad hoc,
organizzati dal Dipartimento della Formazione Professionale e della Pubblica
Istruzione, di collocazione di unità di lavoro presso gli Uffici centrali
dell'Amministrazione Regionale, della Pubblica Istruzione, dell'Università, e
di altri rami della Pubblica Amministrazione, giusta Deliberazione di Giunta
Regionale n. 350/2010. Tutto ciò programmato con gli emissari dell'Unione
Europea, che dovrà contribuire in modo concreto a questa riforma, utilizzando
le risorse a rischio di restituzione per l'opera di un Governo Regionale
distratto.
Questa la mia
ricetta e soluzione alla complessa problematica, condivisa con gli operatori
del settore, che intendo portare avanti in caso di mia elezione al Parlamento
Regionale.
Nino
Germanà
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