venerdì 23 maggio 2014

La Formazione professionale siciliana verso il baratro, la proposta di un lavoratore

SECONDO DANILO GELSOMINO, IL VOUCHER NON E’ LA RISPOSTA CHE SERVE ALLA RIFORMA DEL SETTORE. IL GOVERNO REGIONALE SBAGLIA A NON EROGARE IL CENTO PER CENTO DEI FINANZIAMENTI PER LA VOCE ‘PERSONALE’, SPESA CERTA, NOTA E CERTIFICABILE EX ANTE
Scendono in piazza i lavoratori della Formazione professionale, con un nuovo sit-in davanti Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Sicilia.
Negli ultimi tempi è successo tante, troppe volte, ed il rischio è che diventi una normalità. Ed invece, è il chiaro segnale di un dramma che vivono migliaia di famiglie intrappolate nelle grinfie di un Governo regionale che non ha il coraggio di assumere decisioni. Un esecutivo regionale che ha trascinato sindacati, enti formativi e lavoratori fino alla scadenza del 25 maggio prossimo tenendo accesa l’attenzione sul problema del lavoro ma senza decidere alcunché.
Appare sempre più un’operazione elettorale e non la coscienziosa maniera di addivenire ad una soluzione. Ci sono gli ex sportellisti, circa mille e 800 senza lavoro e oltre tre mila lavoratori degli Interventi formativi che a giugno potrebbero ritrovarsi senza lavoro. E poi ci sono circa due mila lavoratori già licenziati o sospesi a vario titolo che attendono, da oltre diciotto mesi, di essere ricollocati al Ciapi attraverso il progetto Prometeo. Non è un caso che l’ente strumentale della Regione siciliana abbia calendarizzato i colloqui per l’assunzione a tempo determinato per sette mesi nella settimana delle elezioni. Tutto in perfetto stile elettorale. Se questa è rivoluzione!
Lasciamo la parola ad un lavoratore, impegnato anche in problematiche sindacali, Danilo Gelsomino, che abbiamo intervistato sulle criticità che soffocano il settore della Formazione professionale.
La formazione professionale è di nuovo in piazza, perché?
“In questo settore pubblicistico, o meglio di un servizio pubblico di cui è affidante la Regione Siciliana non esiste il minimo rispetto della normativa comunitaria, nazionale, regionale e del Contratto collettivo di lavoro del settore. Questa amministrazione regionale ha dichiarato di voler improntare la propria azione amministrativa sulla base del principio di legalità, invece si ignora la legge regionale, tuttora in vigore, in merito al principio di continuità occupazionale del personale. Inoltre, i ritardi per le retribuzioni dei lavoratori sono ormai drammatici, tutti gli operatori del settore attendono solo nell’ultimo anno almeno otto mesi di retribuzione, perché l’Assessorato non ha erogato le spettanze nei tempi dovuti, alle quali aggiungere le mensilità non recepite negli anni precedenti. Sommando i due periodi i raggiungono pure 24 mesi di mancate retribuzioni”.
Ma qual è il problema delle retribuzioni?
“Il sistema degli acconti in tre soluzioni non funziona. Vincolare le retribuzioni all’erogazione frammentaria del finanziamento complessivo ha determinato una situazione di vero danno sociale. Il sistema delle rendicontazioni lunghe, frammentarie e complesse ha raggiunto ritardi decennali. In ogni caso, abbiamo segnalato più volte all’amministrazione regionale ed al Governo che i soldi non arrivano al personale, in quanto nel migliore dei casi gli stipendi sono fermi a settembre 2013. La quota del finanziamento destinato al personale deve essere erogato in unica soluzione anticipata al momento del finanziamento, altrimenti si crea una disfunzione grave del pagamento delle retribuzioni. Questa tipologia della spesa è certa, nota e certificabile ex ante. Queste somme sono garantite dalle fidejussioni e possono essere riscontrate e rendicontate anche mensilmente attraverso l’inoltro delle buste paga, degli F24, del calendario delle lezioni effettivamente svolto e delle copie del registro d’aula. Che senso ha frammentarne l’erogazione se non a tenere in povertà i lavoratori?”
Allora dove si incontra la difficoltà?
“La difficoltà è legata meramente alla capacità di compiere scelte per innovare e riformare il sistema ed a vincoli posti dalla politica e dalla burocrazia regionale”.
A proposito di riforma, ma cosa si sta facendo in merito nel tavolo di concertazione?
“Abbiamo chiesto che prima di ogni cosa si chiuda con il pregresso. I lavoratori, che non hanno percepito gli stipendi per le attività formative già svolte, attraverso una miriade di azioni legali, stanno chiedendo al giudice di assegnare le somme. Ovviamente questo è un conclamato fallimento della concertazione tra le parti, oltre che un danno ingente per i lavoratori, che dopo aver garantito le attività formative a proprie spese, adesso devono sostenere persino le spese di procedimenti giudiziali lunghi e costosi per il recupero dei propri stipendi. La Regione ha precisi obblighi di controllare gli enti di formazione e di vigilare che il servizio venga svolto nel rispetto della legge, invece si disinteressa se le retribuzioni vengono effettivamente pagate.
Che cosa pensano i lavoratori della riforma del settore?
“Qualunque riforma ponga in essere il Governo regionale, non deve prescindere da due elementi essenziali: la continuità occupazionale del personale con contratti di tipo subordinato a tempo indeterminato per tutti i lavoratori inseriti legittimamente nell’Albo regionale degli operatori della formazione professionale e la retribuzione che deve essere garantita mensilmente, secondo il Ccnl di settore con cadenza puntuale”.
Quali innovazioni intende apportare il Governo regionale al settore?
“Lo stato di confusione regna sovrano. Il Governo regionale, per voce degli assessori al ramo, dichiara di voler innovare la formazione professionale riconducendola al sistema dei voucher formativi”.
Cosa sono i voucher e come si possono adeguare alla formazione professionale in Sicilia?
“I voucher sono buoni formativi che un utente può spendere per accedere ad interventi formativi scelti autonomamente, in base a proprie esigenze e prospettive professionali. L’amministrazione pubblica indica all’interno di un avviso pubblico i requisiti necessari per domandarne la disponibilità. Ogni richiesta di finanziamento tramite voucher è soggetta alla valutazione formale dei requisiti ed alla valutazione di merito. Le domande di voucher formativo utilizzano gli strumenti normativi messi a disposizioni dalle leggi n.236/93 e n.53/00, che tuttavia indicano come destinatario unicamente persone occupate, ai fini del loro aggiornamento professionale o di una specializzazione. Ogni voucher può avere un valore fino a 6.000 euro e le procedure di utilizzo seguono esclusivamente le leggi nazionali. In Sicilia la normativa della formazione professionale rispetta altre procedure e forme. Le leggi regionali seguono il dettato normativo delle leggi regionale n.36 del 21 settembre 1990 e n.27 del 15 maggio 1991, la circolare assessoriali n. 6 del 11 giugno 2004, il Vademecum Fondo sociale europeo e successive modifiche ed integrazioni. Esse dettano le procedure formali di svolgimento dei corsi di formazione”.
Quindi la normativa di riferimento è diversa, come si può armonizzare il voucher con le regole della Formazione professionale che ampliano i destinatari?
“La categoria dei destinatari degli interventi formativi in Sicilia è più ampia, quindi sono diversi da quelli individuati dal sistema dei voucher. In quanto la legge regionale siciliana riguarda non solo gli occupati che vogliano intraprendere un progetto di formazione continua e permanente, ma tutti gli inoccupati, i disoccupati per qualsiasi causa, gli svantaggiati con patologia (psico-fisica) e senza, i soggetti a rischio emarginazioni sociali (ex carcerati). Insomma una platea di utenti che vogliano per qualunque causa migliorare le proprie cognizioni, impegnarsi in progetto formativo e/o avviare percorsi di inclusione sociale. Ancora i voucher per struttura e funzionalità si prestano meglio ad interventi formativi di breve durata (100 o 200 ore). Il percorso formativo avviato negli interventi formativi, secondo le leggi regionali siciliane, è, invece, un percorso che consente di intraprendere lezioni ed attività pratiche anche presso le aziende per almeno 270 ore per un avvicinamento dell’utenza al mercato del lavoro”.
Il voucher a quali destinatari si rivolge?
“Il sistema dei voucher formativi era stato accostato, per obiettivi e per maggiore similitudine, ad interventi formativi di alta formazione, cioè corsi di specializzazione brevi, intensi ed altamente qualificanti per laureati e specializzandi accademici. La Formazione professionale in Sicilia raggiunge invece la finalità di innalzare la qualità e la quantità statistica della scolarizzazione e dell’alfabetizzazione della popolazione siciliana ed in special modo di tutti coloro che non sono realmente impegnati in attività lavorative. L’obiettivo è quello di avviare un progetto sociale di inclusione sociale pure dei Neet (Not in Education, Employment or Training), ma anche di ridurre situazioni specifiche di disagio e/o di svantaggio”.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore, Nelli Scilabra, hanno presentato il voucher come lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione europea e dal Governo nazionale: è così?
“No! In tutti i programmi del nuovo Fondo sociale europeo, dal ‘Piano giovani’ al nuovissimo programma ‘Youth Guarantee’ si vuole conseguire l’obiettivo di migliorare e potenziare il sistema dell’istruzione anche funzionale al nuovo mercato del lavoro. Dunque in controtendenza la Regione siciliana, ultima secondo le stime della Banca d’Italia, per la scolarizzazione della popolazione dovrebbe rinunciare a supportare gli interventi formativi di cui alla legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976 ed accettare la normativa nazionale meno completa ed efficace. Infine in Sicilia, di recente, si è già compiuto il tentativo di riformare il settore della formazione professionale in linea con la logica dei voucher formativi: è stato un fallimento assoluto. Probabilmente a quella esperienza si riconducono le denunce di corsi fantasma in scantinati bui e nascosti, quindi esperienza che sembrava definitivamente archiviata per la formazione professionale”.
E’ contrario quindi al voucher che l’assessore Scilabra ha individuato come riforma del settore?
“Certo che sono contrario. Il sistema dei voucher formativi è diversissimo dalla formazione professionale in Sicilia per leggi di riferimento, per destinatari, per obiettivi e finalità, per durata, per struttura e funzionalità, per esperienza”.
Qual è la vostra proposta?
“I lavoratori sono pronti al confronto, anzi da sempre si sono mostrati presenti nel formulare proposte e consigli per eliminare disfunzioni, che molto spesso il Governo regionale non ha voluto o saputo attuare. Secondo noi bisogna ripartire dalla legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976 per cercare di sostenere con le risorse attinte da programmi occasionali le varie forme di intervento strutturale. Più chiaramente rendere la legge regionale più sensibile e più duttile alle nuove esigenze prospettate dai progetti europei dell’ultima agenda Fse e dai programmi ministeriali, ma soprattutto dalla richiesta di figure professionali del nuovo mercato del lavoro. Sicuramente ciò che non va fatto è riformare il settore in funzione della disponibilità occasionale di fondi e leggi specialistiche provvisorie”.
I lavoratori chiedono l’istituzione dell’Agenzia unica, a quale scopo?
“Una proposta di riforma che formuliamo da tempo riguarda l’istituzione di una Agenzia pubblica del sistema della formazione professionale, secondo la quale la Regione Siciliana dovrebbe svolgere direttamente la formazione professionale attraverso strutture scolastiche ed impiegando tutto il personale incluso nell’Albo degli operatori della formazione professionale. Ciò comporterebbe un maggiore risparmio ed una azione amministrativa più trasparente, efficace ed efficiente”.

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